La vera innovazione nasce dalla passione, non dal business!
In informatica sento sempre più spesso parlare di novità e di innovazione, ma per chi come me ha visto l’informatica evolversi dagli anni 90, tutto questo appare strano, per non dire ridicolo.
Vedo app e startup nascere come funghi, proporre a detta loro qualcosa di sempre rivoluzionario e di mai visto prima. Certo, tutto questo serve a suscitare interesse, e l’interesse muove gli investimenti.
Ma sento parlare poco di ricerca, di competenza ed esperienza.
Anzi, è ormai radicata l’idea che basta una manciata di neofiti smanettoni in grado di padroneggiare la tecnologia più “trendy” per risolvere (in teoria) qualsiasi problema, valorizzando però l’improvvisazione, non lo studio e la fatica che questo mestiere comporta.
Sorrido quando qualcuno ci vuole far passare l’idea che la tecnologia nata ieri debba soppiantare decenni di sviluppo sulle piattaforme classiche.
Poi vai a vedere, e javascript si conferma il linguaggio di programmazione più usato, ed è nato negli anni 90; python, che ha scalato le classifiche di linguaggio più popolare, è nato nel 1991, e potrei citare molto altro ma mi limito a ricordare che anche il web, la vera rivoluzione che ha cambiato il mondo della comunicazione, si è sviluppato negli anni 90.
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Le innovazioni, quelle vere, quelle degli anni 90, nascono dall’iniziativa di impavidi pionieri spinti quasi esclusivamente dalla passione, senza alcuna certezza sui profitti derivanti da quei progetti.
Ora guardo con interesse e un briciolo di scetticismo l’evoluzione dell’intelligenza artificiale in ambito professionale e mi chiedo: ma le scelte alla base di queste applicazioni sono mosse dalla passione di innovare veramente o dal business?
I nuovi progetti nascono per suscitare interesse, o è l’interesse che fa nascere i nuovi progetti?
Io applico l’informatica in agricoltura, un settore che mi auguro rimanga com’è, pragmatico e meritocratico, nel quale trovo ancora spazio per fare innovazione con l’energia più creativa: la passione!